Via Quarti è un caso di studio per la devianza culturale e la marginalità economica in cui versa, dal punto di vista urbanistico come da quello sociale.
Sorto all'estrema periferia di Baggio, borgo annesso in epoca fascista al Comune di Milano, che oggi si distingue per difficoltà e contraddizioni e che mostra, per contro, una forte identità territoriale, preservata grazie a iniziative e progetti di valorizzazione del quartiere, che hanno visto grande coinvolgimento dei cittadini.
Costruito negli anni Ottanta, in una fase di sperimentazione di nuovi modelli di architettura popolare, è composto da sette torri, con un totale di 454 appartamenti affacciati sul verde. Il quartiere assume in breve tempo un’identità connotata negativamente: la forte presenza di famiglie numerose e disagiate, alcune delle quali legate al mondo della criminalità, incoraggia azioni illegali e condotte delinquenziali.
Priva di esercizi pubblici commerciali, con sbocco chiuso sul Parco delle Cave, via Quarti è raggiungibile solo dal capolinea della 67. Nel parco al confine con gli edifici, una discarica abusiva e baracche containers in cui vivono ammassati, guppi di migranti.
La proposta progettuale prevede azioni nelle quali i cittadini stessi possano riconoscersi e a cui sentano di poter contribuire. Priorità e caratteristica di ogni intervento è la concretezza dell'impatto sul territorio; le azioni sono orientate a una riqualifica del territorio, volta a migliorare la qualità della vita e a modificare la percezione degli abitanti rispetto al proprio quartiere, attraverso:
- l'installazione di un’area gioco e la funzionalizzazione del campo da calcio, a gestione diretta degli abitanti, con supporto educativo di personale qualificato in grado di sensibilizzare gli abitanti - in particolare le madri - nella cura dei bambini, e come sostegno in percorsi specifici;
- la realizzazione di uno sportello itinerante che favorisca l’accesso ai servizi del territorio e di una piattaforma digitale con mappatura dei servizi del territorio di Baggio
- il potenziamento della rete dei servizi, destinati all'inserimento lavorativo e allo sviluppo di attività per bambini e mamme, come l'esperienza di Pedibus, a scuola a piedi in gruppo e in compagnia.